Morbo di Crohn

La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica intestinale di tipo transmurale, ovvero che coinvolge tutti gli strati della parete intestinale, a carattere recidivante che può colpire qualsiasi sede del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano. 

La diagnosi di questa patologia si avvale di strumenti endoscopici, radiologici, laboratoristici e istologici opportunamente integrati con la valutazione del quadro clinico e del grado di attività della malattia.

Il quadro clinico della patologia ha indotto la sua classificazione in tre principali fenotipi clinici:

  1. a carattere fistolizzante/ascessualizzate
  2. da restringimento fibrotico del tratto intestinale coinvolto
  3. a carattere infiammatorio non penetrante/non stenosante

I sintomi di tale patologia sono: dolore addominale, diarrea, ematochezia (nel 20-30% dei casi), massa addominale, malnutrizione, distensione addominale, sintomi subocclusivi, malattia parineale/ fistole (nel 30% dei pazienti), astenia, febbre, anemia. Altre manifestazioni extraintestinali sono associate, come ad esempio uveite, congiuntivite, artropatie periferiche, atralgie, spondiliet anchilosante, sacroileite, eritema nodoso, pioderma gangrenoso, calcolosi della colecisti, colangite sclerosante, steatosi epatica, epatite cronica, cirrosi, nofrolitiasi e trombosi venosa. I sintomi appena mensionati non sono presenti nella totalità dei pazienti affetti dal morbo, bensì solo alcune percentuali manifestano determinati sintomi  nello stesso momento, anche in base alla sede e al fenotipo clinico della malattia di Crohn. Gli obiettivi terapeutici della malattia in fase attiva sono l’induzione della remissione, il mantenimento più a lungo possibile dello stato di quiescenza e la gestione delle eventuali complicanze.

Non esiste una vera dieta per questa patologia ma mantenere una buona alimentazione, con la giusta idratazione quotidiana e le regole per un corretto stile di vita, aiutano di molto a migliorare la sintomatologia e mantenere per un periodo di tempo maggiore la permanenza in uno stato di remissione . Una dieta a basso residuo o unaLow FODMAP(s) possono essere una buona alternativa per ricercare quegli alimenti che possono causare fastidi.

Vediamo insieme quali sono gli alimenti che, in genere, causano più fastidi.

Una parte dell’attenzione va sicuramente rivolta nel comportamento, ovvero occorre:

  • Consumare i pasti a tavola, mangiando lentamente, in modo frequente e cadenzato
  • Rendersi più attivi
  • Praticare costantemente uno sport
  • Non fumare
  • Ridurre, fino all’eliminazione, gli stress ambientali
  • Leggere le etichette nutrizionali

Durante la FASE DOLOROSA è consigliabile sospendere l’assunzione di fibre ed evitare i cibi che causano meteorismo e aumentare il consumo di acqua.

La dieta LOW FODMAP(s) è utile per scoprire i cibi a cui si è meno tollerabili, per avere maggiori informazioni sul protocollo alimentare puoi leggere qui, mentre per dare uno sguardo alla dieta a basso residuo puoi leggere questo articolo.

La lista degli alimenti consigliati e sconsigliati vanno sempre valutati caso per caso, ogni individuo è diverso da un altro e a ognuno occorre una personalizzazione nella propria alimentazione, pertanto è sempre necessario rivolgersi a professionisti per non incorrere in errori.

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